giovedì 14 febbraio 2008

Cortesia

Mi viene da ridere.

Vi racconto questa.
Ore 6.47 salgo in treno, secondo vagone, con me altri pendolari.
Il vagone si riempie, ma tutti riusciamo a sederci.
Alla fermata successiva salgono altri viaggiatori. Tra cui una signora “matura”.
La vedo ogni mattina, e ogni mattina noto il suo desiderio di sedersi. Deve sedersi.

Oggi di posti liberi non ce ne sono. Allora deciso di lasciarle il mio per “gentilezza”. Un semplice atto di cortesia. Mi guarda esterrefatta, quasi offesa.
Chissà che le ho mosso interiormente per rifiutare seccata.

Bene. Una volta scesa a Venezia mi avvio verso il mio ufficio. Passo di fronte ad un supermercato, all’ora in cui gli addetti scaricano e caricano cassette e merci varie. Utilizzano un muletto. Lo bloccano per far passare i pedoni. Io spontaneamente ringrazio. Ovvio. Che fareste voi?
E questi inaciditi commentano. Secondo me hanno frainteso.

Mi viene da ridere e mi domando: siamo talmente disabituati alla cortesia che dei semplici gesti gentili ci lasciano perplessi?
Ditemi di no.

2 commenti:

Massimo Brusa ha detto...

"E’ la storia delle nostre gentilezze che, da sola, rende tollerabile questo mondo. Se non fosse per questo, per l’effetto di una parola gentile, di uno sguardo gentile, di una lettera gentile… sarei incline a considerare la nostra vita uno scherzo di pessimo gusto.”

E’ un pensiero dello scrittore Robert Louis Stevenson. Che io condivido pienamente!
Ciao........... Massimo

Paolo ha detto...

Non ci si dovrebbe mai stupire delle buone maniere ma eventualmente indignarsi del contrario.
Credo siano poche le persone che ignorino quali siano le regole della buona educazione, penso invece che sia diventato più facile e quasi normale avere atteggiamenti poco consoni e controcorrente.
La domanda che mi pongo, quindi, è questa "è della normalità che bisogna aver paura?"

Ciao!
Paolo